Storia del club

Una bella storia di sport, agonismo e coesione sociale ... che continua ancora oggi!

In data 9 giugno 1975 presso il Grotto Tamè di Breganzona fu fondato per volontà degli Sci Club Sottoceneri di Lugano, Capriasca, Malcantone e Mendrisiotto il TAMARO TEAM: una sorta di super club che aveva lo scopo, e lo ha tuttora, di avviare i giovani più promettenti allo sci agonistico. Non solo di allenarli, di specializzarsi e di formare a nome e per conto degli Sci Club aderenti una o più selezioni regionali da iscrivere alle diverse competizioni.

Costituire il TAMARO TEAM ha significato superare i particolarismi e la pur sana rivalità che esisteva tra i vari club; darsi uno statuto con delle regole chiare e precise; mettere in piedi un apparato organizzativo complesso e di tutto rispetto.

D'altra parte i dirigenti degli Sci Club coinvolti in questa nuova avventura erano perfettamente consci del fatto che, solo attraverso la creazione di questo SUPER TEAM, avrebbero potuto centrare gli obiettivi, ardui e ambiziosi, che si erano prefissati, ovvero creare e curare un reparto gare dando così l'opportunità a tutti i bambini e i ragazzi veramente dotati, anche se privi dei necessari mezzi finanziari, di darsi alla competizione.

Solamente unendo le forze sarebbe infatti stato possibile sopperire alla mancanza di allenatori qualificati, unificare il sistema di allenamento e adottare i più aggiornati criteri della Federazione svizzera di sci.

La carta vincente non poteva dunque che nascere dalla collaborazione tra gli Sci Club.

Alla testa del comitato costituente c'era Egidio Cattaneo, Direttore della Monte Tamaro e della locale Scuola svizzera di sci: una figura chiave nella storia del TAMARO TEAM. Grazie alla sua sportività, i primi 30 iscritti al neonato team ebbero subito a disposizione mezzi di risalita e materiale tecnico per l'allenamento a prezzi di assoluto favore. Per entrare nel super team e beneficiare di queste agevolazioni, occorreva essere annunciati dal proprio Sci Club di appartenenza. Le piste del Monte Tamaro - accessibili in tempi brevi da ogni parte del Sottoceneri, persino il mercoledì pomeriggio dopo la scuola - resero la programmazione degli allenamenti molto più agevole.

Il primo Capo allenatore fu Giancarlo (Kiki) Stampanoni, coadiuvato da quattro diretti collaboratori: Stefano De Martini, Pierluigi Acquilini, Remo Pilotti e Claudio Müller

Con una struttura così efficiente e ben organizzata, i risultati non tardarono ad arrivare.

Le cronache sportive dei primi anni, e di quelli successivi, non facevano altro che riportare ed evidenziare gli ottimi piazzamenti conseguiti dalle atlete e dagli atleti del TAMARO TEAM.

Al di là dei risultati ottenuti dai suoi affiliati e degli alti e bassi che hanno caratterizzato i suoi primi 40 anni di storia, il TAMARO TEAM ha svolto - e fortunatamente continua a svolgere - un'importante funzione non solo sul piano sportivo, bensì anche su quello umano e sociale.

Nato, come detto, per favorire l'accesso all'agonismo di tutti i giovani tecnicamente più dotati, indipendentemente dalle possibilità economiche dei loro genitori, il super team ha saputo fungere da impareggiabile motore di aggregazione e di coesione tra i ragazzi, i loro famigliari e gli istruttori. Le trasferte al seguito dei propri figli, i pernottamenti fuori casa, il tifare tutti insieme a bordo pista per i membri della stessa squadra, hanno infatti contribuito a creare dei legami autentici e profondi, che spesso e volentieri sono durati ben oltre il termine dell'attività agonistica delle giovani sciatrici e dei giovani sciatori.

II TAMARO TEAM ha aiutato i suoi atleti a crescere a contatto con la natura, sani nel corpo e nella mente, ad aver fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità, a coltivare i doni della resistenza e della concentrazione.

Perché in fondo lo sport è soprattutto una scuola di vita, capace di aggregare e di unire tra loro le persone più diverse.

Questo patrimonio di valori positivi va assolutamente preservato, coltivato e tramandato.

II TAMARO TEAM ha aiutato i suoi atleti a crescere a contatto con la natura, sani nel corpo e nella mente, ad aver fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità, a coltivare i doni della resistenza e della concentrazione.

Perché in fondo lo sport è soprattutto una scuola di vita, capace di aggregare e di unire tra loro le persone più diverse.

Questo patrimonio di valori positivi va assolutamente preservato, coltivato e tramandato.